Cefalu’, perla del Tirreno

Cefalù, il porticciolo (© Foto di Pietro Nicosia)

Cefalù, il porticciolo (© Foto di Pietro Nicosia)

Cefalù è un centro marinaro siciliano di origine medievale, ma abitato da sempre, adagiato ai piedi di un promontorio sul Mar Tirreno, in Provincia di Palermo. È fra le mete più ricercate del turismo siciliano

La rocca che incombe squadrata e severa, la città che la cintura dalle prime propaggini al Tirreno, i campanili che svettano solenni sino a quasi metà della montagna. L’immagine di Cefalù celebrata nell’iconografia ufficiale da fotografi e pittori, è la stessa che resta stampata nella mente dopo aver visitato la perla del Tirreno, solcato le sue stradine medievali, incorniciato la baia dal porticciolo. Beneficiata da una posizione naturale favorevole, con la rocca che vigila sul mare, straordinario contrafforte da opporre ai nemici, Cefalù è un luogo popolato da sempre. L’abitarono i Giganti, fu teatro delle gesta di Ercole, la fondarono i sicani, la chiamarono kephaloìdion i greci, la presero i romani, la resero splendida i normanni.

La  sua rocca è il museo storico della cittadina. I fianchi custodiscono le tracce della colonizzazione pre-ellenica, in particolare le grotte “delle giumente” e “delle colombe”, ma anche il Tempio di Diana (costituito da blocchi megalitici), santuario nel nono secolo avanti Cristo riadattato dai successivi colonizzatori, ed una cisterna dello stesso periodo. In vetta si trovano i ruderi del castello. Quando, nell’XI secolo, i normanni scacciarono gli arabi dall’isola, il conte Ruggero conquistò quel promontorio che offriva una incommensurabile vista sul mare. Fu il figlio, Re Ruggero, a riconsegnarla alla cristianità edificando la magnifica cattedrale (1131), che divenne in seguito importante possedimento ecclesiastico.

Il cuore della cittadina è attraversato da Corso Ruggero, che inizia con i resti della Porta di Terra e dell’antica cinta muraria. Percorrendo l’asse viario principale si scorge l’Osterio Magno, complesso del XIII secolo, che la tradizione annota come la residenza del sovrano, per poi giungere sino in piazza Duomo dominata dal prospetto della Cattedrale, il più importante monumento di Cefalù, con le sue possenti torri campanarie. All’interno, nella curva dell’abside, è incastonato il noto mosaico del Cristo Pantocratore. Sul fianco, il Palazzo Vescovile, con un magnifico chiostro; di fronte il Palazzo Municipale ex monastero di Santa Caterina; e la via Mandralisca, sede dell’omonimo Museo nel quale si può ammirare il “ritratto d’Ignoto” di Antonello da Messina.

Fra negozietti di souvenir e botteghe d’alta moda, scorci medievali impressi su tele e tegole da pittori estemporanei, i “pezzi” di tutte le epoche di Cefalù spuntano ad ogni angolo: la cinta muraria, in origine megalitica poi rafforzata in periodo successivi; il lavatoio medievale scavato nella roccia e attraversato dal fiume Cefalino, giunto alla confluenza in mare; tracce delle porte della città delle quali si mantiene integra solo Porta Pescara, che incornicia il porticciolo: scesi i suoi pochi gradini si raggiunge la baia decantata dai paesaggisti e dai fotografi d’ogni periodo. Dal molo, Cefalù si mostra raccolta ai piedi della rocca: la spiaggia con gli ombrelloni, le case affacciate sul mare, la cima abbagliante dei due campanili. Un’irresistibile quinta per un selfie da terzo millennio.

(Articolo pubblicato su “Vivere” dell’8 maggio 2014)

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